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Troponina: alta, bassa, valori normali

La troponina

La troponina

La troponina è un complesso di proteine, presente soprattutto nel tessuto muscolare scheletrico,  in particolare nel muscolo cardiaco.

Le specifiche troponine del cuore (dette troponine cardiache) si trovano nel sangue in piccole quantità. 

Infatti nel circolo sanguigno sono presenti tre tipi di troponina che formano il cosiddetto complesso troponinico:

  • la troponina I (TNI), 
  • la troponina T (TNT),
  • la troponina C (TNC),

Tutte tre questa subunità sono implicate insieme nella contrazione muscolare, ed ognuna di esse svolge un ruolo differente nel ciclo di contrazione del muscolo cardiaco.

La troponina viene normalmente considerata come un marcatore cardiaco per la diagnosi,

  • dell’infarto del miocardio,
  • delle patologie infiammatorie,
  • dell’ischemia cardiaca o di altre disfunzioni cardiache importanti.

Secondo quanto stabiliscono le linee guida sanitarie sia europee che americane, per diagnosticare un infarto miocardico acuto è necessario che si abbia,

  • oltre che ai suoi classici sintomi del dolore toracico, alla difficoltà nella respirazione, ed al caratteristico tracciato dell’elettrocardiogramma,
  • anche una concentrazione plasmatica della troponina sopra il 99esimo percentile della popolazione normale (con specifica dinamica di rialzo e discesa).[1]  
Troponina marcatore (marker) cardiaco

Troponina, marker cardio-specifico

Le tre troponine cardio-specifiche di cui abbiamo detto sono quindi un marcatore (marker) utile a rilevare la necrosi miocardica.

Ricordiamo che i markers cardiaci sono degli elementi riscontrabili nel sangue a seguito di un danno o di una patologia cardiaca, che vengono utilizzati anche per la diagnostica riguardante i pazienti affetti da angina, e dalla sindrome coronarica acuta (SCA, in inglese Acute Coronary Syndrome, o ACS).

Può tuttavia accadere che – nella sindrome coronarica acuta – non si verifichino i normali sintomi cardiaci, quali potrebbero essere, il dolore, la nausea, il senso di costrizione ed una difficoltà respiratoria.

Oppure che – in altri casi – potrebbero esserci dei sintomi, i quali però potrebbero però anche dipendere da condizioni non cardiache.

Per questi motivi, una corretta diagnosi può essere fatta solo con uno specifico test di laboratorio.

Come abbiamo detto, nel sangue di un soggetto sano, le troponine sono presenti in piccolissime quantità, e la loro funzione è quella di regolare le contrazioni cardiache.

Quando si verifica un problema al muscolo cardiaco, queste vengono rilasciate in una quantità proporzionalmente elevata in rapporto al danno subito.

Sono in particolare la troponina I (TNI) e la troponina T (TNT) che indicano l’esistenza di un danno cardiaco, di un infarto, di un’ischemia, di un trauma, o di un’esposizione a delle sostanze tossiche.

altri marker cardio

La troponina non costituisce tuttavia l’unico marcatore cardiaco.

Altri markers normalmente utilizzati nella diagnostica cardiaca sono:

  • la mioglobina e la creatin chinasi (CK), che vengono rilasciate in occasione di un danno muscolare non specificamente cardiaco
  • la copeptina, prodotta dalla ghiandola pituitaria nella fase iniziale di un infarto del miocardio
  • la proteina legante gli acidi grassi o FABP (acronimo da fatty acid binding proteins),  e l’albumina potrebbero avere un rilievo diagnostico nel caso di un’ischemia, anche se non si tratta di alterazioni legate specificamente ad anomalie del miocardio.

Si tratta comunque di marcatori cardiaci che, pur essendo di grande utilità nella diagnostica cardiaca, non danno dei risultati specifici come la troponina.

Analisi del sangue per le troponine

Le analisi del sangue per la verifica delle troponine

Il valore della troponina viene rilevato mediante un normale prelievo di sangue.

Generalmente, il test della troponina viene prescritto insieme ad altri markers cardiaci, e ad un elettrocardiogramma o ad un ecocardiogramma.

L’affidabilità diagnostica di questo test deriva dal fatto che, per le patologie cardiache, la troponina costituisce un indicatore di riferimento: infatti i valori di altri marcatori potrebbero aumentare anche a causa di danni muscolari che nulla hanno a che fare col miocardio.

La verifica del valore delle troponine nel sangue è utile per diagnosticare un infarto relativamente ai soggetti in cui si siano manifestati dei segnali caratteristici: dolori al torace ed al braccio sinistro, difficoltà nella respirazione, ed angina.

In questi soggetti, una curva alterata della troponina ha infatti il significato diagnostico di un’infarto quasi sicuro, che potrà poi essere verificato con maggiore precisione da un ecocardiogramma e da ulteriori esami.

Nelle persone che hanno subito da poco un’infarto, le troponine cardio specifiche (TNT e TNI) aumentano nel giro di circa 4 ore, e rimangono poi alterate anche per oltre dieci giorni.

Trattandosi di una proteina tipica del muscolo cardiaco, il valore delle troponine non viene alterato dai farmaci o da altri eventi esterni.

Questo test permette di individuare anche un peggioramento dell’angina pectoris.

Quando viene fatto il test della troponina: valori di riferimento

Quando viene fatto il test della troponina

Il test per determinare il livello di troponina viene di norma prescritto quando un soggetto manifesta dei sintomi riconducibili ad un’infarto, sintomi che, anche a riposo nel caso di un’angina pectoris persistente, potrebbero essere costituiti,

  • da dei  dolori,
  • da difficoltà respiratorie,
  • da vertigini ed una  sudorazione fredda.

Generalmente il controllo della troponina viene effettuato direttamente al pronto soccorso dell’ospedale, sia come primo controllo che dopo alcune ore.

valori di riferimento

In assenza di patologie cardiache, i valori di riferimento della troponina sono molto bassi:

  • per la TNT 0,2 mg/l,
  • per la TNI 0,1 mg/l.
Le cause più frequenti della troponina alta

Le cause più frequenti della troponina alta

Degli elevati livelli di troponina si manifestano nei casi,

  • di un’infarto,
  • di un’ ischemia cardiaca,
  • di patologie coronariche,
  • di angina pectoris,
  • di cardiopatie ipertensive,
  • di tachicardia,
  • d’intossicazione da farmaci.

Si possono avere degli elevati valori di troponina anche in presenza,

  • di aritmie,
  • di scompensi cardiaci,
  • di dissezione (o dissecazione) aortica,
  • d’infezioni ed infiammazioni del miocardio,
  • oppure dopo interventi di cardiochirurgia.

Nel corso di un infarto, la troponina aumenta entro poche ore, e permane ad un valore elevato per oltre 10 giorni.

La presenza di questa alterazione è utile per diagnosticare un possibile danno cardiaco anche in presenza di sintomi non identificabili.

Ovviamente, è necessario che il medico valuti il livello alto di troponina mettendolo in relazione con le condizioni generali del paziente e i risultati di altre analisi.

Infatti, i valori alti potrebbero dipendere anche da altri motivi:

  • ictus,
  • embolia polmonare,
  • disfunzioni renali,
  • cirrosi epatica,
  • shock settico e intossicazione da monossido di carbonio,
  • ipertensione ed ipotiroidismo.

Inoltre, non sempre una troponina alta si correla ad una patologia: infatti anche uno sforzo fisico intenso e prolungato come nel caso di una maratona o del triathlon provoca spesso l’alterazione delle troponine

La troponina bassa

La troponina bassa

Il livello normale di troponina, come abbiamo visto è poco più di zero.

In un soggetto sano, un valore costantemente basso indica l’assenza totale di patologie cardiache.

Perciò, questo fatto permette al medico di valutare diversamente eventuali sintomi e disturbi, non correlati a delle patologie cardiache.

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