Troponina: alta, bassa, valori normali

Di Elisa •  Aggiornato: 05/23/18 •  9 min di lettura

La troponina é presente in piccolissime quantità nel sangue delle persone sane. <br>Le alterazioni dei suoi normali livelli non correlate ad uno sforzo fisico prolungato ed intenso, possono indicare l’esistenza di un danno cardiaco.

La troponina

La troponina è un complesso di proteine che è presente soprattutto nel tessuto muscolare e nel muscolo cardiaco e che è di fondamentale importanza fondamentale per la contrazione muscolare.

Le specifiche troponine del cuore  – dette troponine cardiache – si trovano in piccole quantità nel nostro sangue. Nel circolo sanguigno sono presenti tre tipi di troponina che formano il cosiddetto complesso troponinico:

  • la troponina I (TNI), 
  • la troponina T (TNT),
  • la troponina C (TNC),

Tutte tre questa subunità insieme, sono implicate nella contrazione muscolare ed ognuna di esse svolge un ruolo differente nel ciclo di contrazione del muscolo cardiaco.

Normalmente, la troponina viene considerata come un marcatore cardiaco per la diagnosi,

  • dell’infarto del miocardio,
  • delle patologie infiammatorie,
  • dell’ischemia cardiaca o di altre disfunzioni cardiache importanti.

Secondo quanto stabiliscono le linee guida sanitarie europee che americane, per diagnosticare un infarto miocardico acuto è necessario che – oltre che ai suoi classici sintomi del dolore toracico, alla difficoltà nella respirazione, ed al caratteristico tracciato dell’elettrocardiogramma – si abbia anche una concentrazione plasmatica della troponina sopra il 99esimo percentile della popolazione normale (con specifica dinamica di rialzo e discesa).[1

Troponina, marker cardio-specifico

Le tre troponine cardio-specifiche di cui abbiamo detto, sono quindi dei marcatori (marker) utili a rilevare la necrosi miocardica. 

I marker cardiaci non sono che degli enzimi cardiaci e delle sostanze riscontrabili nel sangue dopo la necrosi delle cellule miocardiche a seguito di un danno o di una patologia cardiaca.

La misurazione della troponina è uno strumento diagnostico utile valutare lo stato di salute del cuore.

In modo particolare relativamente ai soggetti affetti da angina, e dalla sindrome coronarica acuta (SCA, in inglese Acute Coronary Syndrome, o ACS).  Infatti nella sindrome coronarica acuta può accadere che non si abbiano i “classici” sintomi cardiaci quali il dolore, la nausea, il senso di costrizione ed una difficoltà respiratoria, ma anche che (in altri casi) possano esserci dei sintomi dovuti a problemi non cardiaci.

Per questi motivi, una corretta diagnosi può essere fatta solo con uno specifico test di laboratorio.

Come abbiamo detto, nel sangue di un soggetto sano, le troponine sono presenti in piccolissime quantità, e la loro funzione è quella di regolare le contrazioni cardiache. Quando si verifica un problema al muscolo cardiaco, queste vengono rilasciate in una quantità proporzionalmente elevate in rapporto al danno subito.

Ad indicare l’esistenza di un danno cardiaco, di un infarto, di un’ischemia, di un trauma, o di un’esposizione a delle sostanze tossiche in particolare sono la troponina I (TNI) e la troponina T (TNT).

Gli altri marker cardio

La troponina non costituisce tuttavia l’unico marcatore cardiaco ad essere utilizzato. Altri markers normalmente utilizzati nella diagnostica cardiaca sono:

  • la mioglobina e la creatin chinasi (CK), che vengono rilasciate in occasione di un danno muscolare non specificamente cardiaco,
  • la copeptina, prodotta dalla ghiandola pituitaria nella fase iniziale di un infarto del miocardio,
  • la proteina legante gli acidi grassi o FABP (acronimo da fatty acid binding proteins) e l’albumina, potrebbero avere un rilievo diagnostico nel caso di un’ischemia, anche se non si tratta di alterazioni legate specificamente ad anomalie del miocardio.

Si tratta comunque di marcatori cardiaci che pur essendo di grande utilità nella diagnostica cardiaca, non danno dei risultati specifici come la troponina.

Le analisi del sangue per la verifica delle troponine

Il valore della troponina viene rilevato mediante un normale prelievo di sangue. Generalmente, il test della troponina viene prescritto insieme ad altri markers cardiaci, ad un elettrocardiogramma o ad un ecocardiogramma.

L’affidabilità diagnostica di questo test deriva dal fatto che la troponina costituisce un indicatore di riferimento  per le patologie cardiache: infatti i valori di altri marcatori potrebbero aumentare anche a causa di danni muscolari che nulla hanno a che fare col miocardio.

La verifica del valore delle troponine nel sangue è utile per diagnosticare un infarto relativamente ai soggetti in cui si siano manifestati dei segnali caratteristici: dolori al torace ed al braccio sinistro, difficoltà nella respirazione ed angina.

In questi soggetti ha infatti il significato diagnostico di un infarto quasi sicuro una curva alterata della troponina, che potrà poi essere verificato con maggiore precisione da un ecocardiogramma e da ulteriori esami.

Nelle persone che da poco hanno subito un infarto, le troponine cardio specifiche (TNT e TNI) aumentano nel giro di circa 4 ore e rimangono poi alterate anche per oltre dieci giorni.

Trattandosi di una proteina tipica del muscolo cardiaco, il valore delle troponine non viene alterato dai farmaci o da altri eventi esterni.

Questo test permette d’individuare anche un eventuale peggioramento dell’angina pectoris.

Troponina, marker cardio-specifico

Le tre troponine cardio-specifiche di cui abbiamo detto, sono quindi dei marcatori (marker) utili a rilevare la necrosi miocardica. 

I marker cardiaci non sono che degli enzimi cardiaci e delle sostanze riscontrabili nel sangue dopo la necrosi delle cellule miocardiche a seguito di un danno o di una patologia cardiaca.

La misurazione della troponina è uno strumento diagnostico utile valutare lo stato di salute del cuore.

In modo particolare relativamente ai soggetti affetti da angina, e dalla sindrome coronarica acuta (SCA, in inglese Acute Coronary Syndrome, o ACS).  Infatti nella sindrome coronarica acuta può accadere che non si abbiano i “classici” sintomi cardiaci quali il dolore, la nausea, il senso di costrizione ed una difficoltà respiratoria, ma anche che (in altri casi) possano esserci dei sintomi dovuti a problemi non cardiaci.

Per questi motivi, una corretta diagnosi può essere fatta solo con uno specifico test di laboratorio.

Come abbiamo detto, nel sangue di un soggetto sano, le troponine sono presenti in piccolissime quantità, e la loro funzione è quella di regolare le contrazioni cardiache. Quando si verifica un problema al muscolo cardiaco, queste vengono rilasciate in una quantità proporzionalmente elevate in rapporto al danno subito.

Ad indicare l’esistenza di un danno cardiaco, di un infarto, di un’ischemia, di un trauma, o di un’esposizione a delle sostanze tossiche in particolare sono la troponina I (TNI) e la troponina T (TNT).

Gli altri marker cardio

La troponina non costituisce tuttavia l’unico marcatore cardiaco ad essere utilizzato. Altri markers normalmente utilizzati nella diagnostica cardiaca sono:

  • la mioglobina e la creatin chinasi (CK), che vengono rilasciate in occasione di un danno muscolare non specificamente cardiaco,
  • la copeptina, prodotta dalla ghiandola pituitaria nella fase iniziale di un infarto del miocardio,
  • la proteina legante gli acidi grassi o FABP (acronimo da fatty acid binding proteins) e l’albumina, potrebbero avere un rilievo diagnostico nel caso di un’ischemia, anche se non si tratta di alterazioni legate specificamente ad anomalie del miocardio.

Si tratta comunque di marcatori cardiaci che pur essendo di grande utilità nella diagnostica cardiaca, non danno dei risultati specifici come la troponina.

Le analisi del sangue per la verifica delle troponine

Il valore della troponina viene rilevato mediante un normale prelievo di sangue. Generalmente, il test della troponina viene prescritto insieme ad altri markers cardiaci, ad un elettrocardiogramma o ad un ecocardiogramma.

L’affidabilità diagnostica di questo test deriva dal fatto che la troponina costituisce un indicatore di riferimento  per le patologie cardiache: infatti i valori di altri marcatori potrebbero aumentare anche a causa di danni muscolari che nulla hanno a che fare col miocardio.

La verifica del valore delle troponine nel sangue è utile per diagnosticare un infarto relativamente ai soggetti in cui si siano manifestati dei segnali caratteristici: dolori al torace ed al braccio sinistro, difficoltà nella respirazione ed angina.

In questi soggetti ha infatti il significato diagnostico di un infarto quasi sicuro una curva alterata della troponina, che potrà poi essere verificato con maggiore precisione da un ecocardiogramma e da ulteriori esami.

Nelle persone che da poco hanno subito un infarto, le troponine cardio specifiche (TNT e TNI) aumentano nel giro di circa 4 ore e rimangono poi alterate anche per oltre dieci giorni.

Trattandosi di una proteina tipica del muscolo cardiaco, il valore delle troponine non viene alterato dai farmaci o da altri eventi esterni.

Questo test permette d’individuare anche un eventuale peggioramento dell’angina pectoris.

Quando viene prescritto il test della troponina: i valori di riferimento

Il test per determinare il livello di troponina viene di norma prescritto quando un soggetto manifesta dei sintomi riconducibili ad un infarto, sintomi che anche a riposo nel caso di un’angina pectoris persistente, potrebbero essere costituiti da:

  • dolori,
  • difficoltà respiratorie,
  • vertigini ed una sudorazione fredda.

Generalmente la misurazione della troponina viene effettuata direttamente dal pronto soccorso dell’ospedale, sia come primo controllo che dopo alcune ore.

I suoi valori di riferimento

In assenza di patologie cardiache, i valori di riferimento della troponina sono molto bassi:

  • per la TNT 0,2 mg/l,
  • per la TNI 0,1 mg/l.

Le cause più frequenti della troponina alta

Si hanno elevati livelli di troponina nei casi,

  • di un infarto,
  • di un’ischemia cardiaca,
  • di patologie coronariche,
  • di un’angina pectoris,
  • di cardiopatie ipertensive,
  • di una tachicardia,
  • di un’intossicazione da farmaci.

Si possono avere elevati valori di troponina anche in presenza,

  • di aritmie,
  • di scompensi cardiaci,
  • di dissezione (o dissecazione) aortica,
  • d’infezioni e d’infiammazioni del miocardio,
  • oppure dopo interventi di cardiochirurgia.

Nel caso di un infarto la troponina aumenta entro poche ore e permane ad un valore elevato per oltre 10 giorni.

La presenza di quest’alterazione è utile per diagnosticare un possibile danno cardiaco anche in presenza di sintomi non identificabili.

Ovviamente, è necessario che il medico valuti i livelli alti di troponina mettendolo in relazione con le condizioni generali del suo paziente e i risultati di altre analisi.

Infatti, i suoi valori alti potrebbero dipendere anche da altri motivi. Da,

  • un ictus,
  • un’embolia polmonare,
  • disfunzioni renali,
  • una cirrosi epatica,
  • uno shock settico e intossicazione da monossido di carbonio,
  • un’ipertensione e dall’ipotiroidismo.

Inoltre, non sempre un’alta troponina si correla ad una patologia: infatti causa spesso l’alterazione delle troponine anche uno sforzo fisico intenso e prolungato come nel caso di una maratona o del triathlon.

La troponina bassa

Come abbiamo visto, il livello normale di troponina è poco più di zero.

Un valore costantemente basso in un soggetto sano indica l’assenza totale di patologie cardiache.

Perciò, questo fatto permette al medico di valutare diversamente gli eventuali sintomi e disturbi di una persona non correlati a delle patologie cardiache.

 

Elisa

Web content writer / copywriter. Scrive contenuti, articoli, comunicati stampa e testi di diverso genere. Inoltre realizza flyers, brochure, cartoline, loghi e materiale pubblicitario.

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