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Mononucleosi infettiva: i sintomi, la diagnosi e le cure

La mononucleosi infettiva – detta anche malattia del bacio – è un’infezione virale che causa alle persone che ne sono colpite un’estremo affaticamento, febbre alta e l’ingrossamento dei linfonodi.

mononucleosi

I sintomi della mononucleosi appaiono solitamente dalle 4 alle 6 settimane dopo l’infezione.

Nei bambini piccoli questo suo periodo di incubazione potrebbe essere più breve.

Sintomi della mononucleosi infettiva

I sintomi più comuni di questa malattia sono costituiti:

  • da un’affaticamento estremo,
  • dal mal di gola,
  • dalla febbre,
  • dal mal di testa,
  • da dei dolori sparsi nel corpo,
  • dai linfonodi ingrossati nel collo e nelle ascelle,
  • dalle tonsille gonfie,
  • da eruzioni cutanee,
  • dall’ingrossamento del fegato e/o della milza.

Tra questi, i tre sintomi tipici della mononucleosi sono il mal di gola, la febbre e l’ingrossamento dei linfonodi del collo che diventano dolenti. Tuttavia, la caratteristica più tipica della mononucleosi, quella che aiuta i medici a distinguerla dalle altre infezioni batteriche e virali della gola, è un’affaticamento intenso e debilitante che accompagna gli altri sintomi e può durare per mesi dopo che questi si sono risolti.[1]

La maggior parte delle persone contrae una mononucleosi infettiva senza avere della complicazioni, mononucleosi che si risolve da sola entro alcune settimane. Tuttavia in alcuni casi si  hanno delle complicazioni, come l’ostruzione delle vie aeree superiori, la sindrome da affaticamento cronico, alcune malattie neurologiche, una citopenia severa (cioè una riduzione del numero di cellule nel sangue), l’epatite e la rottura della milza.

Secondo delle ricerche pubblicate sullo Yale Journal of Biology and Medicine, la rottura spontanea della milza è una complicazione rara della mononucleosi infettiva che si verifica nello 0.1-0-5% dei pazienti.[2]

La milza è vulnerabile alle rotture entro le 4-6 settimane da quando si manifestano i sintomi della mononucleosi. Alcuni sintomi di una milza ingrossata comprendono dolore e indolenzimento dell’area circostante, nella parte in alto a sinistra dell’addome; indigestione e sensazione di fastidio durante i pasti; dolore quando si respira a fondo o ci si muove.

La diagnosi della mononucleosi infettiva

Il tuo medico di famiglia potrebbe sospettare una mononucleosi basandosi sui segni e sintomi, sulla loro durata e su un esame obiettivo. Cercherà segni come un ingrossamento dei linfonodi, delle tonsille, del fegato o della milza, e osserverà come questi segni si collegano ai sintomi che tu gli descrivi.

Se c’è bisogno di avere ulteriori conferme, può essere eseguito un monotest per ricercare nel tuo sangue gli anticorpi per il virus di Epstein-Barr. Questo test di screening fornisce i risultati entro un giorno. Esso però potrebbe non individuare l’infezione durante la prima settimana di malattia. Un test anticorpale differente ha bisogno di più tempo per dare il risultato, ma può individuare la malattia persino entro la prima settimana dalla comparsa dei sintomi.

Il tuo medico potrebbe utilizzare altri esami del sangue per cercare un’elevato numero di globuli bianchi (linfociti) o per evidenziare un loro aspetto anomalo. Questi esami del sangue non confermeranno la mononucleosi, ma potrebbero suggerirla come una possibilità.

Le sue cause più comuni

Il virus di Epstein-Barr (EBV) è la causa più comune di una mononucleosi infettiva, ma questa può essere causata anche da altri virus. EBV (conosciuto anche come Herpesvirus umano 4) è uno degli otto virus facenti parte della famiglia degli Herpes, ed è uno dei virus più comuni negli esseri umani. Questo virus colpisce in tutto il mondo.

La maggior parte delle persone ne viene infettata ad un certo punto della vita. I ricercatori ipotizzano che l’EBV ed altri virus della famiglia degli Herpes si siano coevoluti assieme ai propri ospiti nel corso di milioni di anni. Durante questo tempo, hanno sviluppato strategie sofisticate per sopravvivere e  per diffondersi.[3]

Secondo una ricerca pubblicata in Clinical & Translational Immunology, l’EBV infetta almeno il 90% della popolazione mondiale, la maggior parte della quale non presenta una malattia visibile. Le infezioni da EBV nei bambini, solitamente non causano i sintomi della mononucleosi infettiva, oppure questi sono così leggeri da sembrare i sintomi di una breve malattia infantile. Ma nel 50% degli adolescenti, l’infezione da EBV causa mononucleosi infettiva.[4]

Una ricerca condotta alla University of Georgia ipotizza che la mononucleosi sia più comunemente presente nei pazienti dai 5 ai 25 anni d’età, specialmente nella fascia 16-20 anni. In questo gruppo di persone, circa 1 paziente su 13 che lamenta mal di gola avrà la mononucleosi.[5]

Secondo i ricercatori, l’infezione da EBV tra gli adolescenti ed i giovani adulti, si diffonde primariamente attraverso il bacio «alla francese». È stato anche ipotizzato che i rapporti sessuali rendano più probabile la sua trasmissione. Invece, come i preadolescenti contraggano l’EBV non è ancora noto. Alcuni studi suggeriscono che essi possano venire infettati dai loro genitori o da fratelli che abbiano portato l’EBV nelle proprie secrezioni orali.[6]

Quanto è contagiosa una mononucleosi infettiva?

Il virus che causa la mononucleosi si diffonde tipicamente attraverso i fluidi corporei, in particolare attraverso la saliva. Tuttavia, questa malattia può diffondersi anche attraverso il sangue, le trasfusioni di sangue ed i trapianti d’organo.

La maggior parte degli adulti è stata esposta al virus di Epstein-Barr. Essi creano anticorpi e diventano immuni, così da non contrarre più la mononucleosi. Sebbene i sintomi della malattia scompaiano, la persona infetta porterà sempre con sé il virus che ha causato la malattia. Una volta che il virus è nel tuo corpo, vi rimarrà in stato inattivo. Potrebbe riattivarsi senza causare dei sintomi. Questo succede quando contagi altri col virus: non ha importanza quanto tempo sia passato dall’infezione iniziale.

Se sai di aver contratto una mononucleosi attiva, evita di contagiare gli altri limitando il contatto stretto con loro finché i suoi sintomi non siano scomparsi. Evita di baciare chiunque e di condividere i bicchieri dove bevi, le cannucce, le posate, gli stick per le labbra o gli spazzolini. Secondo gli esperti, il virus di questa malattia può sopravvivere su un oggetto almeno finché lo stesso oggetto rimane umido.[7]

Se hai baciato qualcuno o se hai condiviso il bicchiere con una persona affetta da mononucleosi attiva, questo non significa che ne manifesterai sicuramente i sintomi. Tuttavia, il virus si propaga attraverso la saliva e gli altri fluidi corporei.

La misura preventiva migliore è di fare attenzione quando si frequentano delle persone che mostrano i sintomi della mononucleosi. Dato che sono necessarie alcune settimane affinché i sintomi della malattia compaiano, una persona affetta dal virus può diffondere la mononucleosi senza saperlo.

Chiunque abbia contratto il virus in passato non svilupperà alcun sintomo, poiché il suo corpo è ormai immune. Solamente le persone che prima non hanno mai avuto la mononucleosi dovrebbero preoccuparsi al riguardo di poter contrarre il virus.

La durata dell’infezione e della sua sintomatologia

La maggior parte delle persone colpite dalla mononucleosi infettiva si ristabilisce in 2-4 settimane, ma i sintomi come l’affaticamento, i linfonodi ingrossati, e la milza gonfia potrebbero durare per diverse settimane. A volte, l’affaticamento, il dolore muscolare, ed il bisogno di sonno possono durare per 6 mesi ed oltre, persino dopo la risoluzione dell’infezione.[8]

Come gli altri virus appartenenti alla famiglia degli Herpes, l’EBV può rimanere nel corpo in stato dormiente senza causare dei sintomi. Potrebbe riattivarsi in ogni momento, specialmente durante periodi di stress.

Uno studio del 2010, pubblicato su Clinical and Experimental Medicine, ha riscontrato una differenza significativa tra i tassi di infezione da EBV e la riattivazione, in quei partecipanti alla ricerca, che avevano livelli elevati di epinefrina e di cortisone: ciò suggerisce che un aumento degli ormoni dello stress possa causare un ritorno del virus.[9]

L’infezione attiva cronica da EBV è rara in tutti i casi, eccetto che nelle persone con problemi immunitari, ad esempio gli affetti da HIV od i pazienti trapiantati.

La cura della mononucleosi

Contro il virus che solitamente causa la mononucleosi, non esiste un trattamento specifico. Alcune persone assumono degli analgesici per alleviarne i sintomi. Poiché l’infezione è causata da un virus, gli antibiotici non hanno effetto.

I corticosteroidi vengono spesso prescritti per trattare le complicazioni infiammatorie come le ostruzioni respiratorie od i fenomeni autoimmuni. Vengono utilizzati per ridurre il gonfiore, il rossore e il prurito.

Ci sono alcuni problemi derivanti dall’assunzione di corticosteroidi. Essi infatti possono ridurre la tua resistenza alle infezioni e, di conseguenza, possono rendere le infezioni più difficili da curare. Alcuni effetti collaterali possibili derivanti dall’uso di corticosteroidi comprendono: un’aumento dell’appetito, l’indigestione, nervosismo ed irrequietezza.[10]

Per alleviare alcuni sintomi della mononucleosi come il mal di testa e i dolori nel resto del corpo, vengono solitamente assunti degli analgesici da banco. Sii però consapevole che l’overdose da paracetamolo (il principio attivo di farmaci quali la Tachipirina®) è una delle forme più comuni di avvelenamento a livello globale. Gli adulti non dovrebbero assumerne più di 4000 mg al giorno, e poiché sono molti i medicinali  che contengono paracetamolo, potresti assumerne più di quanto credi, nel caso utilizzassi  più di un tipo di medicinale alla volta.

Un’altra cosa da tenere in mente quando si assumono dei medicinali analgesici da banco è che tutti gli antidolorifici interferiscono con le normali funzioni del sistema nervoso, cambiano il modo in cui i nostri nervi comunicano le sensazioni di dolore quando questo si verifica nei vari punti del corpo.

Quando vengono assunti per alleviare il dolore associato alla mononucleosi, il quale dolore può durare per settimane o persino mesi, c’è la possibilità che finirai per assumerne troppi, subendo dei potenziali effetti collaterali multipli e perfino l’avvelenamento.

Per il trattamento dei sintomi della mononucleosi, specialmente nei casi gravi, alcuni medici potrebbero consigliare degli agenti antivirali, come acyclovir e valacyclovir. Considera questi tipi di trattamento con molta attenzione, a causa del potenziale rischio di tossicità farmacologica.[11]

Cosa è possibile fare per accelerare la guarigione

Alcuni rimedi naturali possono potenziare l’azione dei trattamenti prescritti dal medico e favorire il riposo della persona colpita dalla mononucleosi. Ecco  quelli maggiormente utilizzati.

Echinacea

Echinacea

Molte delle sostanze chimiche contenute nell’echinacea, sono dei potenti stimolatori del sistema immunitario, e possono fornire un significativo valore terapeutico. Le ricerche hanno mostrato come l’echinacea abbia degli effetti antivirali e possa essere consumata per fermare le infezioni ricorrenti. Essa aiuta inoltre ad alleviare il dolore associato al mal di testa ed al mal di gola, ed ai dolori sparsi per il corpo. Se vuoi approfondire la conscenza di questa pianta ti rimando a questo articolo: Echinacea proprietà e benefici.

Aglio crudo

Aglio (Allium sativum L.)
Aglio (Allium sativum L.)

L’aglio crudo ha delle proprietà antimicrobiche e antivirali, e per questa ragione viene usato per trattare molte malattie infettive. Per saperne di più sui benefici e le proprietà dell’aglio leggi anche: Aglio, proprietà benefiche

Radice di liquirizia

liquirizia afte

La radice di liquirizia è una potente erba antivirale grazie al suo contenuto di triterpenoidi. Ha effetti immunostimolanti, e funziona come un rimedio per la tosse e il mal di gola. Aiuta anche ad alleviare il dolore, sintomo comune della mononucleosi.

Probiotici

probiotici migliori

I probiotici aiutano a guarire l’intestino e supportano il sistema immunitariodelle persone. Possono aiutare a ridurre il rischio di alcune malattie infettive ed a potenziare la funzione immunitaria. Alcuni studi ipotizzano che i probiotici siano in grado di ridurre il rischio o la durata dei sintomi respiratori dell’infezione e che possano innescare dei meccanismi antivirali.[12]

Complesso delle vitamine B

Le vitamine B aiutano a combattere l’affaticamento, ad aumentare l’energia, migliorare l’umore e le funzioni cognitive.[13] Assumi un integratore alimentare di vitamine B o mangia cibi ricchi di vitamine B6 e B12 come salmone, formaggio fresco, latte intero, aglio, patate dolci e banane.

Magnesio

Magnesio marino

Per le persone affette da affaticamento cronico, aggiungere cibi ricchi di magnesio alla dieta può essere di aiuto. Tra questi cibi ci sono  gli spinaci, le bietole, i semi di zucca, lo yogurt, il kefir (o chefir), le mandorle, i fagioli neri, l’avocado, i fichi e le banane. Il magnesio ti aiuterà a superare l’affaticamento, migliorerà i tuoi livelli di energia e favorirà la sana funzione nervosa.

Bevi molta acqua

Rimanere idratati è importante perché aiuta a rimuovere le tossine dal corpo e ad accelerare il processo di guarigione. Evita le bevande “sportive” od i succhi di frutta: contengono zuccheri e sostanze chimiche che possono causare infiammazioni nel corpo.

Alcune avvertenze

Quando soffri di mononucleosi, prima di assumere degli integratori parlane con il tuo medico.

Dovresti contattare il medico se,

  • accusi un dolore intenso nella parte in alto a sinistra del tuo addome perchè potresti aver subito una rottura di milza o un suo ingrossamento. (questo succede solitamente a causa di un colpo all’addome ed è raro invece  che succeda in circostanze normali),
  • le tue tonsille diventano così gonfie da causarti dei problemi a respirare o ad inghiottire.
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