La pressione massima alta

Di Alberto R •  Aggiornato: 07/12/18 •  10 min di lettura

Vediamo quando si possono considerare normali i valori della pressione sistolica, e cosa si può fare invece quando sono troppo elevati (ipertensione).

Introduzione

La pressione sanguigna è la forza con cui il sangue spinge contro le pareti dei vasi sanguigni, e viene solitamente misurata in millimetri di mercurio (mmHg). Generalmente i valori della pressione sanguigna vengono considerati ottimali / normali quando i valori sono di 120/80.

Tuttavia i valori normali di un singolo individuo possono anche essere diversi: per esempio, solitamente in età avanzata la pressione massima è più alta, mentre la minima è più bassa.

L’ipertensione sistolica e l’ipertensione diastolica

I valori di pressione che si misurano seguendo i ritmi del cuore sono due:

  • uno riguarda la pressione massima (o sistolica) del battito cardiaco nello spingere il sangue in circolo;
  • l’altro – tra un battito e l’altro – la pressione minima (o diastolica) durante la fase di rilasciamento delle cavità cardiache (atriali e ventricolari) e delle arterie per potersi riempirsi di sangue.

Quando viene misurata la pressione ed emerge un valore della pressione arteriosa massima (quella sistolica) sensibilmente più alto rispetto ai normali standard fisiologici – solitamente maggiore di 130 – significa avere la pressione massima alta o ipertensione sistolica.  Questa condizione d’ipertensione sistolica è quella più comune specialmente tra le persone più anziane, ma passa spesso inosservata a causa della sua mancanza di sintomi.

L’ipertensione diastolica si riferisce invece a valori della pressione minima o diastolica più alti rispetto ai valori standard (80 mmHg).

L’ipertensione primaria e la secondaria

L’ipertensione può essere di due tipi: primaria e secondaria.

L’ipertensione primaria, conosciuta anche come ipertensione essenziale o idiopatica,

    • non ha alcuna causa di base che sia rilevabile,
    • e neppure una patologia che possa spiegare il motivo della sua alterazione,
    • però costituisce un fattore di rischio cardiovascolare.

Nell’ipertensione secondaria è invece una patologia medica la causa diretta dell’aumento di pressione.

    • Quindi l’ipertensione secondaria rappresenta l’espressione della malattia sottostante;
    • Ne sono alcuni esempi: le malattie endocrine come le patologie della tiroide, la sindrome di Cushing, e il feocromocitoma (un tumore del surrene),
    • e ciò in quanto il nostro sistema endocrino è responsabile di diversi processi metabolici che, se alterati vanno ad influenzare la pressione sanguigna.

Come abbiamo detto, la nostra pressione sanguigna viene misurata in relazione,

  • alla pressione sistolica (massima), la quale indica quanta pressione esercita il sangue contro le pareti delle arterie quando il cuore batte.
  • alla pressione diastolica (minima), la quale indica quanta pressione il sangue esercita contro le pareti delle nostre arterie quando tra un battito e l’altro il cuore sta “riposando”[1].

Solitamente si presta una maggiore attenzione alla pressione sistolica (massima) perché sopratutto nelle persone oltre i 50 anni costituisce un elevato fattore di rischio di patologie cardiovascolari.

Inoltre, nella maggior parte delle persone la pressione massima aumenta costantemente con l’avanzare dell’età a causa della crescente rigidità delle grandi arterie, dell’accumulo di placche aterosclerotiche, ecc.

Secondo recenti studi, nelle persone tra i 40 e gli 89 anni il rischio di morte da ischemia cardiaca e da ictus, raddoppia per ogni 20 mmHg d’incremento della pressione sistolica o di 10 mmHg della diastolica [2].

I valori di pressione normali, e quelli a rischio

A. Gli spettri della pressione arteriosa riconosciuti dalla American Heart Association sono i seguenti cinque: [3]

1. pressione normale/ottimale: nella pressione normale i valori di pressione sanguigna rientrano nel range normale/ottimale, minore di 120/80 mmHg.

2. pressione elevata: una pressione elevata si ha quando le misurazioni si attestano costantemente a 120-129 mmHg per la massima, ed a meno di 80 mmHg per la minima. Le persone con la pressione sanguigna elevata, hanno maggiori probabilità di sviluppare ipertensione, a meno che non vengano  adottate misure preventive.

3. ipertensione di Stadio 1. Si é in presenza di questo tipo d’ipertensione quando la pressione sanguigna si attesta costantemente sui 130-139 per la massima o sui 80-89 mmHg relativamente alla minima. In questo stadio, i medici consigliano di apportare dei cambiamenti negli stili di vita, ma potrebbero anche prescrivere dei medicinali basandosi sul possibile rischio di sviluppare delle patologie cardiovascolari aterosclerotiche come degli attacchi cardiaci e di ictus.

4. ipertensione di Stadio 2. Si è in questo stadio quando la pressione sanguigna si colloca costantemente sui livelli di 140/90 mmHg, o più. In questo stadio, i medici prescrivono una combinazione di medicinali antipertensivi e di cambiamenti negli stili di vita.

5. crisi ipertensiva. L’ipertensione in questo stadio richiede l’attenzione medica. Quindi, se i tuoi valori di pressione sanguigna dovessero improvvisamente superare i 180/120 mmHg, aspetta 5 minuti e poi misurali di nuovo: se i valori dovessero essere ancora insolitamente alti, contatta immediatamente il tuo medico. Potresti avere una crisi ipertensiva.

Se la tua pressione sanguigna è maggiore di 180/120 mmHg e tu dovessi anche notare,

  • dei segni (quali un dolore toracico) di un possibile danno a degli organi,
  • una mancanza di fiato,
  • mal di schiena,
  • intorpidimento/debolezza,
  • alterazioni visive,
  • difficoltà a parlare,

non devi aspettare che la pressione si abbassi da sola, ma chiama subito il 118.

B. L’OMS/ISH suggerisce la seguente classificazione basata sui livelli della pressione arteriosa nei soggetti adulti di età uguale o superiore a 18 anni.

Categoria Pressione arteriosa in mm Hg
Sistolica Diastolica
Ottimale < 120 < 80
Normale < 130 < 85
Normale – alta 130 – 139 85 – 89
Ipertensione di Grado 1 borderline 140 – 149 90 – 94
Ipertensione di Grado 1 lieve 150 – 159 95 – 99
Ipertensione di Grado 2 moderata 160 – 179 100 – 109
Ipertensione di Grado 3 grave ≥180 ≥110
Ipertensione sistolica isolata borderline 140 – 149 < 90
Ipertensione sistolica isolata ≥150

La diagnosi circa le cause di una possibile ipertensione

Nota bene: un’autodiagnosi d’ipertensione deve sempre essere confermata da un medico: infatti sono diversi i fattori psicofisici possono influenzare la pressione sistolica/massima di una persona.

A questo riguardo però è importante tenere a mente che la misurazione delle pressione sanguigna non è una misura statica, in quanto i valori sia della pressione massima che di quelli della minima, cambiano spesso nel corso della giornata.

Ciò accade perché il nostro sistema circolatorio è una struttura dinamica, che deve adattarsi a vari fattori di stress.

Di conseguenza, il medico non farà mai una diagnosi di ipertensione dopo una sola visita, ma piuttosto farà diverse misurazioni nel corso di varie visite. Oppure ti chiederà di misurarle regolarmente a casa tua ad orari fissi e di tenerne nota.

E ciò perché ogni organo del nostro corpo, dà il suo “contributo” ai valori della pressione sanguigna: tra questi i reni, il cuore ed il cervello hanno i ruoli più importante nell’influenzare i valori di pressione massima.

L’attività cardiaca, come si può ben immaginare può avere un impatto diretto e significativo sulla pressione sistolica/massima.

Anche un malfunzionamento dei reni nella rimozione dei fluidi porta ad un aumento della pressione sanguigna e ad un aumento del lavoro a carico del cuore.

Ci sono anche dei fattori che vanno ad incidere sul nostro stato mentale (come ad esempio il fatto di essere spaventati o ansiosi) e che possono influenzare la pressione massima: si tratta di una risposta automatica del nostro corpo per gestire lo stress.

Queste situazioni hanno come risultato un aumento del battito cardiaco e della pressione, segno appunto che il corpo si prepara ad entrare in azione.

Ma non solo questi. Anche fattori esterni come i cibi che mangiamo e le nostre abitudini possono influenzare la pressione sistolica: per esempio, fumare, bere quantità eccessive di alcol e caffeina, fare uso di droghe, sono tutte cose che provocano un effetto immediato sulla pressione sanguigna.

Nel lungo periodo anche determinati stili di vita possono avere un impatto significativo sulla pressione.

Anche molti medicinali (prescritti o da banco) come i farmaci antinfiammatori non steroidei o gli antidepressivi, vengono associati all’ipertensione.

Ma occorre anche precisare che non tutti gli aumenti dinamici della pressione massima hanno una connotazione negativa: quando ci si allena, il cuore deve pompare più sangue per assicurarne la diffusione in tutto il corpo, ma in questo caso lo fa solo per supportare il nostro organismo e per renderlo più forte. Infatti allenandoti

  • puoi perdere del peso,
  • puoi rafforzarti dal punto di vista cardiovascolare,
  • puoi liberarti dello stress,
  • tutti fattori che col tempo servono a mantenere normali i valori di pressione sanguigna.

I fattori di rischio di pressione massima alta

Rispetto alle persone più giovani, le persone più anziane hanno maggiori probabilità di un’ipertensione sistolica. Si stima attualmente che più del 30% delle donne over 65, e più del 20% degli uomini abbiano la pressione massima alta.

Sono considerate quelle più a rischio di esserne colpite le persone che hanno una storia familiare d’ipertensione, una volta che invecchiano.

Gli afroamericani sono la razza maggiormente a rischio di ipertensione rispetto alla popolazione generale.

I sintomi di una pressione massima alta

La pressione massima alta è generalmente considerata un “killer silenzioso”, perché inizialmente ha pochi sintomi.

Tuttavia, man mano che il corpo perde la sua capacità di gestire i carichi di lavoro extra potrebbero iniziare a comparire dei sintomi. Questi sintomi possono essere costituiti da,

I trattamenti in caso di pressione massima alta

I trattamenti della pressione massima alta vengono stabiliti dal medico generalmente “su misura” per ogni paziente, tenendo conto,

  • delle comorbidità (coesistenza in una stessa persona di più patologie diverse) uniche per ciascuno di noi,
  • nonché degli altri fattori che potrebbero aver causato questa condizione, come un’ischemia cardiaca, un’insufficienza cardiaca, una fibrillazione atriale, un’insufficienza renale ed il diabete.

La maggior parte dei trattamenti si basa su dei medicinali antipertensivi che solitamente sono degli:

  • ACE-inibitori (inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina),
  • antagonisti del recettore per l’angiotensina II,
  • diuretici,
  • beta-bloccanti.

Come contrastare in modo naturale un’elevata pressione sistolica

1. per prima cosa occorre conoscere quali sono i nostri valori abituali

Secondo le più recenti linee guida internazionali, l’obiettivo che dovremmo prefiggerci è di avere una pressione sanguigna al di sotto di 130/90.

Dovremmo farci controllare/o controllare la pressione almeno una volta l’anno.

Occorre variare il contesto in cui la si misura in quanto potrebbero esserci delle variazioni: fatti misurare o misurati la pressione a casa, a lavoro o in farmacia.

Le persone a cui è già stata diagnosticata l’ipertensione e che stanno assumendo dei farmaci antipertensivi, dovrebbero tenerla controllata più frequentemente.

2. poi occorre controllare l’esistenza di eventuali sintomi

Normalmente, l’ipertensione non ha sintomi. In alcune persone potrebbero aversi,

  • una mancanza di fiato,
  • un fastidio/dolore toracico,
  • palpitazioni cardiache,
  • mal di testa, alterazioni visive,

Se noti uno qualsiasi di questi sintomi, parlane subito con il tuo medico.

3. se del caso, modificare lo stile di vita

Può essere sufficiente a ridurre la pressione sanguigna anche abbandonare abitudini poco salutari come il fumare, ed il ridurre il consumo di alcol.

Un’attività fisica regolare, una dieta sana, il ridurre l’introito di sodio, e il ridurre lo stress, può giovare ancora di più.

4. sarebbe opportuno aumentare la quantità di frutta e di verdura che si assume

Questo è un ottimo modo di introdurre più cibi naturali nella dieta.

La dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension) contro l’ipertensione prevede di mangiare 4-5 portate di frutta e 4-5 portate di verdura al giorno.

La frutta e la verdura sono delle ottime fonti di potassio e magnesio, il che le rende adatte anche a tener sotto controllo la pressione sanguigna.

Puoi iniziare apportando dei piccoli cambiamenti alla tua normale dieta, come ad esempio scegliendo di mangiare della frutta invece di uno snack poco salutare.

Fonti

www.belmarrahealth.com/causes-high-systolic-blood-pressure-symptoms-treatment-home-remedies/

http://www.heart.org/HEARTORG/Conditions/HighBloodPressure/KnowYourNumbers/Understanding-Blood-Pressure-Readings_UCM_301764_Article.jsp#.WzDlzhL-iuU

Alberto R

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