Colesterolo alto: cause, fattori di rischio, cibi, conseguenze

Di BFC •  Aggiornato: 11/23/17 •  10 min di lettura

Quando il colesterolo “cattivo” LDL é più basso rispetto ai valori di riferimento, per la maggior parte di noi non comporta rischi / problemi. Non così quando è troppo elevato.

Il colesterolo e la colesterolemia

Il colesterolo è una sostanza cerosa simile a grasso, necessaria al funzionamento del nostro organismo. Si tratta di una molecola fisiologicamente presente all’interno del nostro organismo che è necessaria all’omeostasi organica in diverse funzioni.

La concentrazione del colesterolo nel plasma viene definita colesterolemia.

Il nostro organismo utilizza il colesterolo per produrre numerosi ormoni, la vitamina D, e la bile necessaria per la digestione dei lipidi.

Il nostro corpo non ha bisogno di grosse quantità di colesterolo. Un aumento anomalo del colesterolo nel sangue comporta rischi cardiovascolari solo quando riguarda il “colesterolo cattivo” LDL il che si ripercuote ovviamente anche su quello totale.

Quello in eccesso si deposita infatti lungo lo strato interno delle arterie.

L’ipercolesterolomia: i rischi del colesterolo alto

L’ipercolesterolemia è un un eccesso colesterolemia, cioè di colesterolo nel sangue.

Abbiamo detto che per soddisfare le nostre necessità basta poco colesterolo. Quello che si trova in eccesso nel flusso circolatorio viene depositato all’interno delle pareti delle arterie, comprese le coronarie (le arterie che irrorano il cuore), le carotidi (che sono responsabili dell’afflusso ematico al cervello) e le arterie dirette verso gli arti inferiori e gli intestini, determinando in tal modo un loro restringimento.

Si viene così a determinare una riduzione dell’afflusso del sangue nei diversi distretti corporei.

I livelli di colesterolo possono variare, anche di molto, in diverse popolazioni ed in diversi paesi del mondo.

In generale, le persone che vivono nei paesi in cui i valori di colesterolo sono normalmente bassi come il Giappone, hanno un rischio ridotto di sviluppare patologie cardiovascolari.

Nei paesi in cui i valori di colesterolo sono più alti come la Finlandia, si ha un rischio molto elevato di sviluppare una coronaropatia.

Ad ogni modo, anche le differenti popolazioni aventi simili valori di colesterolo, hanno diversi indici di rischio di patologie cardiovascolari.

Questo fatto fa ipotizzare l’esistenza di ulteriori fattori -oltre al colesterolo – in grado di influenzare i rischi di coronaropatie.

I rischi. Il colesterolo alto è uno dei fattori di rischio di patologie cardiovascolari correlate all’arteriosclerosi, come:

  • l’infarto del miocardio,
  • l’attacco ischemico transitorio (o TIA, dall’inglese Transient Ischemic Attack),
  • l’ictus,
  • l’arteriopatia periferica che è caratterizzata appunto da una riduzione dell’afflusso di sangue.

I segnali ed i sintomi derivanti dal restringimento /chiusura delle arterie, variano in dipendenza della parte del corpo che viene meno irrorata dal sangue circolante come conseguenza di un loro restringimento.

Le cause più comuni dell‘ipercolesterolemia

Sono molteplici i fattori responsabili degli alti livelli di colesterolo. Solitamente sono legati all’ereditarietà, alla dieta ed allo stile di vita. Meno comunemente possono essere influenzati anche da alcune patologie pre-esistenti a carico del fegato, della tiroide o dei reni. Vediamo quali possono essere.

1. l’ereditarietà

I nostri geni possono influenzare il metabolismo delle LDL (il “colesterolo cattivo”). L’ipercolesterolemia familiare (ereditaria) può portare a delle cardiopatie precoci.

2. il peso corporeo

Un peso eccessivo può moderatamente incrementare i livelli del colesterolo “cattivo”. Una perdita di peso corporeo può abbassare le LDL (il colesterolo “cattivo”) ed aumentare le HDL (il colesterolo “buono”).

3. l’attività fisica

Anche l’attività fisica che si fa può avere un’incidenza: un’attività fisica regolare può ridurre i trigliceridi ed aumentare il colesterolo “buono”.

4. le diverse fasce d’età ed altre condizioni

Con l’invecchiamento aumentano fino all’età di 60-65 anni i livelli di colesterolo.

Solitamente, le donne prima della menopausa hanno valori di colesterolo totale inferiori rispetto a quelli degli uomini della stessa età. Di solito, dopo i 50 anni, hanno invece valori di colesterolo totale superiori rispetto agli uomini della stessa età.

5. il consumo di alcol

Un moderato consumo di alcol (1-2 bicchieri al giorno) aumenta i livelli del colesterolo “buono”ma non riduce le LDL (il colesterolo “cattivo”).

I medici non sono però certi se l’alcol possa anche ridurre i rischi di cardiopatie. Comunque, troppo alcol può provocare danni al fegato ed al muscolo cardiaco, e può portare all’ipertensione ed alzare i livelli di trigliceridi.

A causa di questi rischi, le bevande alcoliche non possono essere utilizzate per prevenire le patologie cardiache.

6. lo stress

Diversi studi hanno dimostrato che lo stress provoca nel lungo periodo un aumento dei livelli di colesterolo.

Ciò può essere dovuto a modifiche nelle abitudini di vita conseguenti allo stress: ad esempio, alcune persone sotto stress consumano cibi grassi come “una consolazione”: i grassi saturi ed il colesterolo contenuti in questi cibi contribuisce all’aumento dei livelli ematici di colesterolo.

Le lipoproteine plasmatiche

Le lipoproteine plasmatiche sono aggregati macromolecolari che hanno la funzione di raccolta e di trasporto nel plasma di lipidi, in particolare di trigliceridi e di colesterolo. Tra queste,

  1. le lipoproteine a bassa densità (LDL) sono conosciute come colesterolo cattivo;
  2. le lipoproteine ad alta densità (HDL), vengono definite anche Colesterolo HDL e sono conosciute come colesterolo buono:  sono secrete nel sangue da fegato e intestino e sono quindi deputate al trasporto del colesterolo dai tessuti periferici al fegato.

Un esame delle lipoproteine ematiche si riferisce solitamente,

  • al colesterolo totale,
  • alle lipoproteine ad alta densità (HDL – colesterolo “buono”),
  • alle ipoproteine a bassa densità (LDL – colesterolo “cattivo”),
  • ai trigliceridi.

Sulla base di questi esami, medico e paziente possono decidere quale trattamento possa essere maggiormente indicato per una riduzione dei livelli di colesterolo e, di conseguenza, per una riduzione dei rischi di future patologie.

I valori dei vari tipi di colesterolo, per fasce d’età

Il colesterolo alto è un fattore di rischio di patologie che – di per sé – non causano una sintomatologia specifica. Per interpretare gli esami ematici si solito ci si basa,

A. sui diversi valori di colesterolo totale

  • minori di 200 mg/dL: valori corretti,
  • tra 200-239 mg/dL: valori al limite,
  • superiori ai 240: alto rischio.

B. sui valori di colesterolo HDL (lipoproteine ad alta densità)

  • minori di 40 mg/dL negli uomini e di 50 mg/dL nelle donne: aumenta il rischio di cardiopatie,
  • maggiori di 60 mg/dL: moderata protezione da cardiopatie.

C. sui valori di colesterolo LDL (lipoproteine a bassa densità)

  • minori di 100 mg/dL: valori ottimale,
  • tra 100-129 mg/dL: valori pressoché ottimale/superiore all’ottimale,
  • tra 130-159 mg/dL: valori al limite,
  • tra 160- 189 mg/dL: valori elevati,
  • oltre i 190 mg/dL: valore molto elevati.

D. sui valori dei trigliceridi

  • minori di 150 mg/dL: valori corretti,
  • tra 150-199 mg/dL: valori al limite,
  • tra 200-499mg/dL: valori elevati,
  • superiori a 500 mg/dL: valori molto elevati.

I fattori di rischio legati ad elevati livelli di colesterolo

Il colesterolo alto è uno dei fattori di rischio di coronaropatie. Nella valutazione dei livelli di colesterolo al di fuori della norma, e nella scelta tra le varie opzioni di trattamento, il medico analizza l’insieme dei fattori di rischio del singolo individuo.

I fattori di rischio sono quelle condizioni che incrementano la possibilità di sviluppare (per restare nell’argomento) patologie cardiache.

Alcuni di questi fattori possono essere in qualche modo modificati/ridotti, altri invece no. In generale, ad un alto numero di fattori di rischio, viene associata una maggiore probabilità di una coronaropatia.

Abbiamo appena detto che fattori di rischio possono essere controllati, altri no.

1) fattori non controllabili

I fattori di rischio non controllabili sono quelli dovuti :

  • all’età: 45 anni o più per gli uomini; 55 anni o più per le donne;
  • ad una storia familiare di patologie cardiache (il padre o il fratello colpiti prima dei 55 anni di età, la madre o la sorella colpite prima dei 65 anni).

2) fattori che possono essere controllati

I fattori di rischio controllabili sono quelli derivanti,

  • dai livelli di colesterolo ematico (colesterolo totale e quello LDL, il “colesterolo cattivo”) alti;
  • dai livelli di colesterolo HDL, il “colesterolo buono”, bassi;
  • dal fumare;
  • dall’ipertensione arteriosa;
  • dal diabete;
  • dall’obesità/peso corporeo eccessivo;
  • da una insufficiente attività fisica.

In presenza di valori elevati di lipoproteine, quindi di valori elevati di colesterolo, il medico solitamente prescrive modifiche alla dieta e farmaci specifici.

A questo proposito: gli obiettivi per ridurre i valori di colesterolo LDL potrebbero essere differenti, in base ai fattori di rischio (relativi alle cardiopatie) del singolo soggetto.

Linee guida per una corretta alimentazione volta a ridurre il colesterolo

Solitamente alle persone viene consigliata una dieta sulla base delle seguenti linee guida:

  • grassi totali: meno del 30% dell’apporto calorico giornaliero,
  • grassi saturi: meno del 7% dell’apporto calorico giornaliero,
  • grassi polinsaturi (presenti in vegetali, noci, semi, pesce, verdura a foglia larga): meno o pari al 10% dell’apporto calorico giornaliero,
  • grassi monoinsaturi: circa il 10-15% dell’apporto calorico giornaliero,
  • colesterolo: meno di 200 mg al giorno,
  • carboidrati: 50-60% dell’apporto calorico giornaliero.

Le persone che hanno alti valori di trigliceridi possono trarre dei benefici da una dieta ricca di grassi monoinsaturi e povera di carboidrati, in particolare di zuccheri semplici. Una fonte molto comune di grassi monoinsaturi è l’olio d’oliva.

Il cibo che assumiamo quotidianamente può ridurre i livelli di colesterolo in vari modi.

  1. Ci sono dei cibi ricchi di fibre legano il colesterolo e ne rendono difficile e complesso l’assorbimento.
  2. Alcune persone sono in grado di ridurre i lipidi ed il colesterolo con una dieta vegetariana.
  3. Ci sono alcuni vegetali che contengono stanoli e steroli, che prevengono l’assorbimento del colesterolo nel flusso sanguigno.

Ecco alcuni esempi di cibi in grado di ridurre il colesterolo:

  • l’avena, l’orzo ed altri cereali integrali,
  • i fagioli,
  • le noci,
  • le mele, le fragole, l’uva,
  • gli agrumi,
  • la soia,
  • i pesci grassi,
  • i cibi prodotti od arricchiti con steroli e stanoli, come alcuni succhi d’arancia e la margarina.

I cibi da evitare in caso di colesterolo alto

Ci sono degli alimenti che tendono ad aumentare i livelli di colesterolo e che dovrebbero essere evitati, se possibile. Sono sopratutto i seguenti,

  • il tuorlo d’uovo,
  • i crostacei,
  • i latticini come il burro ed alcuni formaggi, compreso il formaggio spalmabile,
  • la carne lavorata, come i salumi,
  • i prodotti da forno realizzati con grassi animali (lardo),
  • i cibi da fast food (hamburger, patatine e pollo fritto),
  • gli snack come i popcorn cotti al microonde (a causa del loro alto contenuto di sale e di burro),
  • le carni rosse.

Le cose da poter fare per ridurre i livelli di colesterolo

Oltre che una dieta adeguata, per la salute dell’apparato cardiocircolatorio occorrono anche alcune modifiche allo stile di vita, in modo di abbassare i livelli di colesterolo e di ridurre il rischio di complicanze come l’infarto del miocardio, l’ictus e l’arteriopatia periferica.

  1. Smettere di fumare alza i livelli di HDL (colesterolo “buono”), e quindi riduce il rischio di infarto del miocardio praticamente immediatamente.
  2. Mantenere un peso ottimale: anche una perdita di peso ridotta può migliorare la gestione dei livelli di colesterolo.
  3. Fare una qualche attività sportiva.
    • Trenta minuti al giorno possono aumentare i livelli di HDL (il colesterolo “buono”).
    • Se stai cominciando ad allenarti, inizia con moderazione.
    • Se soffri di altre patologie, ad esempio a carico di cuore o polmoni, consulta il tuo medico per avere delle indicazioni circa quali esercizi possano essere adatti per te.
  4. Fare comunque un’attività fisica.
    • Nonostante il suo ridotto effetto sulle LDL, l’esercizio aerobico può migliorare la sensibilità all’insulina, i livelli di HDL e di trigliceridi, e di conseguenza può ridurre il rischio di sviluppare cardiopatie.
    • Chi si allena o, comunque, fa dell’attività fisica e tiene sotto controllo anche la propria dieta a lungo, risponde nella maniera migliore nel ridurre i fattori di rischio cardiovascolare.

 

BFC

Sono un appassionato lettore e ricercatore e credo nell’immensa potenzialità che la rete offre di condividere informazioni e conoscenze che possano direttamente o indirettamente migliorare il benessere dell’uomo.

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