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Artrite reattiva: i sintomi, la diagnosi, le cure

L’artrite reattiva (ARe)

L’artrite reattiva (ARe)

L’artrite reattiva rientra nella famiglia delle spondiloartropatie, malattie reumatiche croniche di tipo infiammatorio.

Spesso viene chiamata anche Sindrome di Reiter, anche se con questo termine si indica una specifica forma di artrite reattiva, e non la malattia in generale.

Si tratta di una forma piuttosto dolorosa di artrite infiammatoria.

Si verifica come conseguenza di un’infezione causata da alcuni batteri. Molto spesso questi batteri si trovano,

  • nei genitali (chlamydia trachomatis),
  • o nell’intestino (campylobacter, salmonella, shigella e yersinia).

Una tra le più comuni infezioni è quella causata dal batterio chlamydia trachomatism – la clamidia  che spesso viene trasmessa per via sessuale.

Nella grande maggioranza é asintomatica. Oltre il 70% circa dei soggetti che ne sono infettati sono donne.

Le sue eventuali manifestazioni cliniche compaiono dopo una-tre settimane dall’infezione.

  • Nelle donne si manifesta con una perdita vaginale anomala o con una fastidiosa sensazione di irritazione.
  • Negli uomini, i sintomi possono manifestarsi con secrezioni o con delle sensazioni di irritazione e di prurito.
I sintomi dell’artrite reattiva

Come si manifesta un’artrite reattiva

L’artrite reattiva può anche essere causata dai batteri delle infezioni gastrointestinali, ma gli scienziati ritengono che le persone che la sviluppano abbiano un certo corredo genetico predisponente.

Il come esattamente ciascuno di questi fattori giochi un qualche ruolo in questa malattia, è ancora oggetto di ricerche, anche se probabilmente dipende da persona a persona.

L’artrite reattiva può manifestarsi con uno, o tutti i seguenti sintomi:

  • dolore e gonfiore ad alcune articolazioni (in genere alle ginocchia e/ o alle caviglie),
  • gonfiore e dolore ai talloni,
  • gonfiori delle dita dei piedi, o delle dita delle mani,
  • lombalgia persistente che tende a peggiorare di notte o al mattino.

Alcune persone che soffrono di questo tipo di artrite, hanno anche degli arrossamenti ed irritazione degli occhi.

Altri suoi sintomi sono, bruciori con la minzione  ed eruzioni sui palmi delle mani o sulle piante dei piedi.

Le sue cause

Quali le cause dell’artrite reattiva

I batteri che causano l’artrite reattiva sono batteri molto comuni, per cui teoricamente chiunque viene infettato da questi germi potrebbe sviluppare un’artrite reattiva.

Tuttavia, solo pochissime persone con una diarrea batterica sviluppano anche un’artrite reattiva grave.

Ad ogni modo, é ancora poco chiaro il ruolo delle infezioni da clamidia trachomatische non hanno sintomi. E’anche possibile che alcuni casi di artrite di causa sconosciuta siano dovuti all‘infezione batterica causata dalla clamidia trachomatis.

L’artrite reattiva tende a manifestarsi più spesso negli uomini che hanno un’età compresa tra i 20 ed i 50 anni

I soggetti che presentano l’antigene HLA-B27 (un antigene che viene associato ad un aumentato rischio di malattie autoimmuni):

  • hanno una maggiore possibilità di sviluppare artrite reattiva (il loro rischio aumenta fino al 20-25%),
  • hanno spesso un inizio dei sintomi più improvviso e più grave,
  • hanno maggiori probabilità di avere dei sintomi cronici (di lunga durata).

Tuttavia possono sviluppare l’artrite reattiva anche i soggetti che sono HLA-B27 negativi (quelli cioè che non hanno questo antigene) dopo l’esposizione ad un organismo che lo causa.

La diagnosi

Come si arriva alla diagnosi di un’artrite reattiva

Solo un reumatologo è in grado di diagnosticare l’artrite e le altre malattie reumatiche.

Ciò perché queste diagnosi si basano su alcune caratteristiche cliniche ma, di norma, non su dei test di laboratorio.

Le diagnosi si basano in gran parte sui sintomi, e in particolare sulla comparsa del tipico coinvolgimento muscolo-scheletrico (articolare e muscolare) che comportano.

Un medico di base può eventualmente prescrivere un test per l’infezione da chlamydia trachomatis o un test per lo Human Leukocyte Antigen – HLA-B27.

Per fare ii test per la clamidia si utilizza un campione di urina o un tampone dei genitali.

I trattamenti

Come viene trattata un’artrite reattiva

Il tipo di trattamento si questa patologia dipende essenzialmente dal suo stadio.

la fase acuta

La fase iniziale dell’artrite reattiva è considerata quella acuta.

Un’infiammazione acuta può essere trattata con farmaci antinfiammatori non steroidei, come il Voltaren. La dose esatta esatta dei farmaci variano da persona a persona.

Variano anche i rischi di effetti collaterali, come il sanguinamento gastrointestinale (spesso chiamato GI) di questo tipo di farmaci.

Nel prescrivere l’assunzione di un FANS, il medico di base valuterà anche il rischio di sanguinamento GI.

la fase cronica

L’ultima fase dell’artrite reattiva, é considerata cronica.

L’artrite reattiva cronica può richiedere un trattamento con un farmaco antireumatico modificante l’andamento della malattia (DMARD, disease-modifying antirheumatic drug) come la sulfasalazina o il metotrexato.

La sulfasalazina può essere più utile quando l’artrite reattiva è scatenata da un’infezione gastrointestinale.

In alcuni casi, possono trarre beneficio dalle iniezioni di corticosteroidi le articolazioni che sono molto infiammate.

Nei casi più gravi, possono essere usati dei farmaci immunostimolatori più potenti chiamati “biologici”, come l’Etanercept (Enbrel), un un farmaco per il trattamento di malattie a carattere autoimmunitario, o come l’Adalimumab (Humira), un farmaco utilizzato per ridurre il dolore e la flogosi in alcune malattie artritiche.

In ogni caso, solo un medico sa valutare quale farmaco prescrivere, ed in quali dosi.

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