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L’artiglio del diavolo, o arpagofito: proprietà, integratori, consigli

L’arpagofito (artiglio del diavolo)

L’arpagofito (artiglio del diavolo)

Arpagofito, o artiglio del diavolo, è il nome comune di una pianta erbacea (harpagophytum procumbens) le cui radici vengono impiegate da tempo immemorabile nella medicina tradizionale africana.

La sua “storia”

Le popolazioni boscimani e bantù dell’Africa del sud lo hanno da sempre ritenuto efficace nel calmare i dolori articolari e reumatici di varia origine.

Artiglio del diavolo. Di Roger Culos [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons

Gli europei sono entrati a contatto con l’artiglio del diavolo ai tempi della colonizzazione dell’Africa, ed hanno cominciato a studiarlo ad iniziare dalla prima metà dell’800. Inizialmente, appena introdotta in Europa questa pianta veniva utilizzata come tonico, sopratutto nei casi d’indigestione. Studi scientifici più approfonditi hanno di recente confermato le sue proprietà analgesiche, antinfiammatorie ed anti-artritiche.

Le altre sue proprietà terapeutiche, anche oggi molto apprezzate riguardano,

  • le funzioni digestive,
  • la cura delle ferite e dei dolori di natura gastrointestinale,
  • la diminuzione temperatura corporea negli stati febbrili,
  • i dolori della gravidanza.

In questo articolo illustreremo più in dettaglio quali sono le proprietà, gli utilizzi e le dosi dell’arpagofito/artiglio del diavolo.

Le sue proprietà terapeutiche

Le proprietà terapeutiche dell’artiglio del diavolo

L’artiglio del diavolo è efficace in molte condizioni di sofferenza, proprio in virtù delle sue principali proprietà: antinfiammatorie, antireumatiche, analgesiche e spasmolitiche.

Ha proprietà antiflogistiche (anti infiammatorie)

L’arpagofito è particolarmente utile nelle infiammazioni dolorose come nei casi,

  • di artriti reumatoidi,
  • di artrosi cervicale,
  • e – in generale – di dolori alla schiena dovuti ad infiammazioni del nervo sciatico ed al torcicollo.

Queste sue proprietà antinfiammatorie possono essere paragonate a quelle degli antinfiammatori di sintesi.

E’ un buon coadiuvante nei casi di tendiniti, di contusioni e di altre infiammazioni muscolari

L’aglio trova largo utilizzo in ambito sportivo, dove sono all’ordine del giorno questi problemi muscolari e dove molti farmaci non possono essere assunti vuoi perché dopanti, vuoi perché vengono solitamente privilegiati i prodotti di origine naturale. L’artiglio del diavolo potrebbe venirci prescritto dal medico come rimedio da associare ad un’eventuale riduzione delle cure cortisoniche.

Ha proprietà antireumatiche

L’artiglio viene particolarmente apprezzato relativamente all’apparato osteo-articolare, in quanto protegge le cartilagini ed impedisce le degenerazioni dovute all’artrosi e all’artrite reumatoide.

E’ efficace nel trattamento della gotta

Nei casi di gotta, favorisce l’eliminazione dell’acido urico in eccesso attraverso la produzione di succhi gastrici e della bile.

Ha effetti stimolanti sulla digestione

Stimola la secrezione gastrica e biliare e ci aiuta di conseguenza anche a depurare il fegato.

E’ antispastico

Per quanto attiene ai dolori dovuti al ciclo mestruale è antispastico, ed è anche ottimo nel contrastare i dolori intestinali di origine nervosa.

E’ antipiretico

È antipiretico in quanto elimina od attenua gli stati febbrili. Inoltre riduce l’assorbimento del colesterolo.

E’ utile anche in gravidanza

Favorisce l’attivazione delle contrazioni dell’utero, e contemporaneamente giova nei dolori del parto.

Cura piaghe ed ulcerazioni

Sotto forma di gel e di unguento, lo si utilizza per la cura delle piaghe e delle ulcerazioni.

I suoi principi attivi

I principi attivi contenuti nell’artiglio del diavolo

Le proprietà curative dell’artiglio del diavolo stanno proprio in alcuni degli elementi in esso contenuti.

  • L’arpagoside che è un un glicoside dalle spiccate proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche: se leggi l’ettichetta di un qualsiasi integratore alimentare di artiglio del diavolo vedrai che questo è titolato in “arpagoside” dall’ 1 – 1,2% in sù, e questa percentuale rappresenta la quantità di principio attivo presente nell’estratto.
  • I fitosteroli che sono un sono un gruppo di steroli presenti nelle piante: in particolare di beta-sitosterolo.
  • Gli acidi organici, in particolare di acido cinnamico, di acido caffeico ed di acido clorogenico.
  • Triterpeni (una classe di composti naturali) e flavonoidi (si tratta di composti polifenolici).
Le dosi

Le dosi dei prodotti a base d’arpagofito

I dosaggi dei prodotti a base di questa pianta variano in relazione alle ragioni ed alle modalità con cui vengono utilizzati.

  1. Estratto. In caso di dolori cronici, il loro dosaggio medio raccomandato per una persona adulta è di 50-60 mg al giorno di principio attivo (ovvero di arpagoside) – equivalente a circa 2500 mg di estratto di arpagofito al 2% o 5000 mg di estratto di arpagofito al 1% [1]
  2. Infuso. Se assunti sotto forma di infusi (infusi che vengono preparati sottoponendo a macerazione 5 grammi di artiglio del diavolo finemente tritato e sminuzzato, per 15 minuti, in 1 / 2 litro d’acqua precedentemente portata ad ebollizione), è bene assumerli in 3 distinti momenti della giornata, possibilmente con intervalli di tempo regolari. Al gusto, l’infuso risulta estremamente amaro.
  3. Estratto liquido. Se vengono assunti sotto forma di estratto liquido con un rapporto di estrazione 1 : 1,  è bene assumere 15 ml di estratto in tre diversi momenti della giornata, sempre ad intervalli regolari.
  4. Pomate o gel. L’artiglio del diavolo è disponibile anche sotto forma di pomata e gel per uso topico al fine di contrastare le infiammazioni di natura articolare. I suoi effetti tendono a concretizzarsi, mediamente, in circa 7 – 8 giorni, per poi raggiungere il culmine dopo 30 giorni, e stabilizzarsi successivamente.

Per completezza, dobbiamo precisare anche che l’artiglio del diavolo può venire commercializzato anche sotto forma di estratto acquoso e come tintura madre.

Un integratore a base di arpagofito che consigliamo

Un integratore alimentare a base di arpagofito che ci sentiamo di consigliare

Tra i numerosi prodotti che si trovano in commercio, noi ci sentiamo di consigliare l’integratore alimentare «Arpagofito Biologico» di Anastore, titolato al 2.7% min. in arpagoside. La sua composizione per due capsule:

  • 800 mg di estratto secco di radice d’artiglio del diavolo proveniente dall’agricoltura biologica titolato al 2.7% in arpagoside (ovvero, 21.6 mg);
  • maltodestrina (un carboidrato complesso idrosolubile) proveniente dall’agricoltura biologica;
  • idrossipropilmetilcellulosa, un’additivo alimentare derivato dalla cellulosa (capsula vegetale).
Consigli circa l’uso di integratori

Alcuni utili consigli circa l’utilizzo degli integratori di artiglio del diavolo

Iniziare ad assumerlo in modiche quantità

E’ bene iniziare in un primo momento con modiche quantità di prodotti a base di arpagofito, in modo da verificare se eventualmente si hanno delle ipersensibilità o delle incompatibilità (anche se ciò capita in realtà molto rado). Solo in un secondo momento si potranno gradualmente aumentare le quantità fino a raggiungere lo standard più appropriato.

Dare la preferenza a prodotti che siano “affidabili”

Nel caso si debbano assumere a scopi curativi degli integratori alimentari a base di artiglio del diavolo, è opportuno dare la preferenza a quei prodotti che sono contenuti in confezioni di “tipo farmaceutico”  tanto per intenderci.

Vanno poi privilegiati quei prodotti che vengono commercializzati da ditte conosciute per la loro affidabilità (come quella appena indicata). Tutto ciò al fine di poter essere informati circa la quantità esatta del principio attivo che si va ad assumere. Infatti le preparazioni di tipo erboristico – i decotti, gli infusi, le creme e i succhi – non consentono di avere un’esatta conoscenza della quantità di principio attivo che si sta assumendo, col concreto rischio di inficiare l’effetto terapeutico voluto e di non arrivare perciò ad ottenere gli effetti desiderati.

Periodi d’assunzione

Si sconsiglia di prolungare l’assunzione degli integratori alimentari a base di artiglio del diavolo oltre le quattro settimane.

In caso di effetti indesiderati

Se dovessero manifestarsi e persistere eventuali sintomi non desiderati, è sempre bene contattare il medico di famiglia o lo specialista di riferimento.

In ogni caso

In ogni caso, per un corretto utilizzo dell’artiglio del diavolo occorre sempre richiamarsi alle istruzioni dei foglietti illustrativi contenuti nelle varie confezioni.

Controindicazioni

Controindicazioni all’assunzione di artiglio d’aglio

L’artiglio del diavolo non è consigliabile nei casi di nausea, di vomito e di mal di stomaco. Ma anche nei casi di dolori addominali, di diarrea, di mali di testa e di reazioni allergiche cutanee.

Se si ha il sospetto dell’esistenza di suoi possibili gravi effetti collaterali (ulteriori) occorre rivolgersi al medico od al farmacista. Occorre procedere con particolare attenzione nel caso si utilizzi l’artiglio del diavolo in associazione con altri antinfiammatori, in quanto potrebbe aumentare l’effetto di questi farmaci anche nelle loro manifestazioni indesiderate.

Perciò, ad ogni buon conto, è sempre opportuno che consulti il medico chi sta seguendo una terapia farmacologica. L’artiglio del diavolo viene sconsigliato ai soggetti che hanno delle ulcere, delle gastriti e malattie da reflusso gastroesofageo. Va utilizzato con cautela da parte dei soggetti che hanno malattie cardiache.

Senza un preventivo parere del medico curante, se ne sconsiglia l’utilizzo da parte dei bambini e degli adolescenti, durante la gravidanza e l’allattamento al seno.

Come si trova in natura

Come lo si trova in natura

L’artiglio del diavolo è una pianta (erbacea) rampicante perenne, dai fiori di color rosso-violetto. La si trova in molte regioni dell’Africa meridionale ed orientale, nelle savane e nelle aree desertiche dell’altopiano sudafricano del Transvaal. Ha la sua massima diffusione in Namibia, paese che è anche il suo maggiore esportatore a livello mondiale.

La particolarità di questa pianta sta nei suoi frutti: un’insieme di formazioni di spine a forma di uncino, dove non di rado rimangono impigliati piccoli roditori con esiti a volte letali. Sono frutti fastidiosi per gli uomini o gli animali che, se li calpestano inavvertitamente, si procurano delle lesioni ai piedi che li fanno saltellare ed agitarsi come fossero posseduti da qualche spirito maligno: da qui il suo nome. Per rendercene conto di ciò, basta guardare una foto della pianta!

Tuttavia per scopi terapeutici, vengono utilizzate le radici secondarie della pianta (le ramificazioni di quelle principali) le quali contengono in alta percentuale i suoi principi attivi (peraltro presenti, ma in misura minore, anche nel resto della pianta).

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